Il codice del profiler by Robin Dreeke & Cameron Stauth

autore:Robin Dreeke & Cameron Stauth [Dreeke, Robin & Stauth, Cameron]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2021-02-22T12:00:00+00:00

Settembre 2018

Un’operazione preventiva andata a monte

Di lì a un mese mi ero perfettamente inserito nel drone team, che era il mix ideale di due mie comfort zone: tecnologia aeronautica e gestione delle risorse umane. Ero fiducioso e determinato, e quando ti senti così ti pare di poter prevedere il futuro, per la semplice ragione che stai contribuendo a crearlo. Quello che fai ti sembra familiare e prevedibile e accogli ogni nuovo giorno come un vecchio amico.

La forza che viene dal sapersi affidabili – accresciuta esponenzialmente dalla fiducia in coloro che ti stanno intorno – sorge spontanea nei migliori manager, che la trasmettono al loro team, creando una cultura aziendale di eccellenza. Per quanto mi riguarda, ho dovuto faticare per arrivarci, ma è stato meglio così, perché ora, quando sento di star creando il mio futuro, il lavoro alimenta le mie energie anziché esaurirle e le buone idee arrivano proprio al momento giusto.

Così, ero di ottimo umore quando decisi di fare un’improvvisata a George in ufficio. È una cosa che generalmente non faccio, ma da parecchio non riuscivo a raggiungerlo in altri modi per esporgli una mia idea: una strategia pratica per controllare e prevenire l’uso criminale di droni a livello nazionale.

Fino ad allora il governo aveva tentato di limitare l’accesso ai droni alla fonte (le vendite al dettaglio), come si fa con le armi. Ma io avevo riflettuto sugli attacchi dell’11 settembre e sul fatto che i terroristi si erano addestrati in scuole di volo statunitensi.

Poco prima degli attentati un nostro agente aveva allertato l’FBI in merito e al momento della tragedia eravamo nelle fasi preliminari dell’identificazione di potenziali dirottatori, con indagini in tutte le scuole di volo del Paese sul possibile uso dei loro programmi di addestramento da parte di terroristi. Purtroppo eravamo un passo dietro a loro.

Stavolta dovevamo anticiparli: perché non contattare subito tutti i centri di addestramento droni, chiedendo loro di segnalarci qualsiasi comportamento sospetto? A mio avviso questo avrebbe potuto costituire un efficace sbarramento all’intersezione tra terroristi e addestramento.

George trovò interessante la mia idea, benché fosse un’operazione totalmente affidata all’elemento umano e non alla tecnologia. Mi promise che l’avrebbe senz’altro esaminata, ma solo dopo essersi messo in pari con una montagna di scartoffie burocratiche.

Non mi pareva fosse il caso di perdere tempo, però il capo era lui. Così lasciai cadere il discorso e gli chiesi dell’esperto di droni che gli avevo segnalato. Lo sentivo regolarmente e sapevo che George non lo aveva contattato.

«Tranquillo, ci sto lavorando», fu la sua laconica risposta. Ma io ero certo che non fosse così, e la cosa mi mise a disagio. Il mio esperto vantava due lauree alla John Hopkins University ed era un militare di carriera; avevamo un assoluto bisogno di lui e dei suoi colleghi. George si era assunto l’onere di trovare i relatori per il convegno e non lo stava facendo.

A quel punto iniziò anche a dare segni di nervosismo, facendomi capire con il linguaggio del corpo che il mio interessamento non era gradito: rapidi sguardi ai fogli sulla scrivania e all’orologio sul muro, mimica facciale che tradiva impazienza.

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